Cosa devi sapere :
Esistono alcune imposte fisse che gravano sugli immobili indipendentemente dalla loro destinazione d’uso. Un esempio che tutti gli italiani conoscono bene sono l’Imu e la Tasi, anche se spesso si rischia di fare confusione. In entrambi i casi non stiamo parlando solo di tasse sulla prima casa, queste riguarda infatti anche altre tipologie d’abitazione. Facciamo chiarezza sull’argomento.
L’Imu: cos’è, chi la paga e come si calcola
L’Imu, acronimo di Imposta Municipale Unica, chiamata anche Imposta municipale propria, è una tassa di natura patrimoniale il cui presupposto è la proprietà o il possesso di un bene. L’Imu era stata prevista dal Governo Berlusconi nel marzo 2011 e doveva originariamente gravare solo sugli immobili diversi dall’abitazione principale a decorrere dal 2014. Il Governo Monti, entrato in carica a seguito della caduta dell’Esecutivo guidato da Silvio Berlusconi, a dicembre del 2011, ne ha anticipato l’entrata in vigore in via sperimentale al 2012 con il Decreto 201/2011, ampliandone il raggio d’azione. Modificata a più riprese, l’Imu fa parte dal 2014 della Imposta Comunale Unica (Iuc) alla quale fanno attualmente capo anche la Tari (Tassa sui rifiuti) e la Tasi (Tassa sui servizi indivisibili). L’Imu, nel 2014, è stata definitivamente abolita per le abitazioni principali, cioè quelle dove si ha la residenza.
Se hai una prima casa di lusso devi comunque pagare l’Imu.
Chi deve pagarlaL’Imu deve essere versata dai proprietari di abitazioni principali di lusso appartenenti alle categorie catastali A1 (abitazioni signorili), A8 (ville) e A9 (castelli e palazzi di pregio artistico o storico), da chi possiede seconde case, terze case, etc., negozi, uffici, capannoni e locali non di pertinenza dell’abitazione principale.Come anticipato, non si tratta solo di una tassa per prima casa, ovvero per le abitazioni princiapli. Pagano l’Imu anche coloro che non sono proprietari ma vantano un diritto reale sull’immobile (come l’usufrutto, l’uso, abitazione, superficie o enfiteusi cioè il diritto di godere di un immobile altrui con l’obbligo di apportarvi delle migliorie a fronte del pagamento periodico di un canone al proprietario). L’Imu grava inoltre sui terreni edificabili e su quelli agricoli. L’Imu viene incassata dai Comuni.
Come si calcola
La base di calcolo è la rendita catastale rivalutata del 5% e moltiplicata per il coefficiente corrispondente alla tipologia di immobile oggetto della tassazione (160 per le abitazioni). Sul valore ottenuto si applica l’aliquota deliberata dal Comune di ubicazione dell’immobile.
Come si effettua il pagamento
L’Imu si versa in due rate: una con scadenza il 16 giugno per l’acconto e una entro il 16 dicembre per il saldo. Il pagamento può essere effettuato utilizzando il modello F24 o con bollettino postale sia agli sportelli, sia per via telematica.
La Tasi: cos’è, chi la paga e come si calcola
Cos’è
La Tasi come l’Imu e la Tari (Tassa sui rifiuti) fa parte della Iuc ed è la Tassa sui servizi indivisibili. E’ stata introdotta nel 2014 ed è incassata dai Comuni che, con i proventi, coprono le spese riguardanti servizi indivisibili quali: l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, dei giardini etc.
Chi deve pagarla
Attualmente la Tasi colpisce tutti gli immobili (comprese le prime case) e deve essere pagata sia dai proprietari sia, in parte, dagli affittuari ai quali spetta una quota dal 10 al 30% in base alle delibere dei Comuni).
Come si calcola
Per calcolare la Tasi valgono le stesse regole dell’Imu e si utilizza la stessa base imponibile. Su questo valore si applica un’aliquota minima dell’1 per mille (fissata dallo Stato) mentre la massima si determina in modo che la somma di Imu e Tasi non superi il 10,6 per mille. Se l’immobile è abitazione principale, l’aliquota massima non essere maggiore del 2,5 per mille. I Comuni hanno la facoltà di applicare uno 0,8 per mille aggiuntivo per finanziare eventuali agevolazioni fiscali sulla prima casa.
Come si effettua il pagamento
Come l’Imu, la Tasi si paga in due rate (che possono essere di importo diverso) con scadenza, rispettivamente, il 16 giugno e il 16 dicembre di ogni anno. Il versamento va effettuato con bollettino postale o servendosi del modello F24 sia online sia agli sportelli.